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Calo demografico in Italia: meno nascite in tutte le regioni

Da alcuni decenni nel nostro Paese ci sono sempre meno nascite. Nel 1971 i nuovi nati registrati in anagrafe erano stati 911mila. A distanza di quasi 50 anni, nel 2017, sono state 458mila: il 49,7% in meno di allora. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.

Il calo demografico in Italia si può spiegare con la progressiva uscita della generazione dei baby-boomers dall’età riproduttiva. Ad aggiungersi a questa dinamica strutturale, gli effetti della crisi economica iniziata nel 2008.

Queste tendenze riguardano da vicino i temi della povertà educativa: al crescere del numero dei minori, cresce la probabilità che la famiglia si trovi in povertà assoluta.

A livello europeo la tendenza che si rileva negli ultimi anni (2013-17) è un diffuso aumento delle nascite nell’Europa centro-settentrionale e orientale. Al contrario sono diminuite le nascite nell’Europa meridionale (tranne in Portogallo) e in quella occidentale. L’Italia è il paese Ue con il secondo calo più vistoso di nuovi nati tra 2013 e 2017 (-10,9%), dopo la Finlandia (-13,4%).

Inquadrato in un’ottica continentale, quindi, il calo demografico del nostro Paese si inserisce in una tendenza comune ai paesi mediterranei, ma con dimensioni preoccupanti. In primo luogo, perché è l’unico tra i maggiori stati a mostrare una contrazione a doppia cifra, insieme all’Irlanda (-10,3%) e alla già citata Finlandia. Secondo, perché ha il tasso di natalità più basso tra i 28 stati membri. Vale a dire che, in rapporto alla popolazione residente, l’Italia è quello con meno nascite. Nel 2017 sono nati 7,6 bambini ogni 1.000 abitanti, un dato che ci colloca all’ultimo posto, dopo Grecia (8,2 nati ogni 1.000 residenti), Portogallo e Spagna (8,4).

Tasso di natalità e calo delle nascite nei territori

Sono 5 le regioni che superano la media nazionale sul tasso di natalità. Quella con più nascite in rapporto alla popolazione è il Trentino Alto Adige (9 nati ogni 1.000 residenti). Seguono 3 regioni del sud (Campania, Sicilia e Calabria con circa 8 nati) e la Lombardia (7,5). In linea con la media nazionale l’Emilia Romagna (7,3)

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Le ultime 2 regioni in classifica, Liguria e Sardegna non arrivano a 6 nuovi nati ogni 1.000 residenti. Ma il dato è ancora più allarmante se si guarda all’andamento delle nascite nel tempo. Tra 2013 e 2017 tutte le regioni italiane hanno visto una diminuzione nel numero di nati.

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Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con ulteriori grafici e mappe che analizzano i dati a livello provinciale e comunale, con un focus sulla Sardegna, la regione con il più basso tasso di natalità in Italia.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

L’elenco dei report in formato pdf è disponibile su Osservatorio povertà educativa #Conibambini

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

L’Italia è tra i 5 Paesi Ue con minor spesa in istruzione

L’istruzione resta il principale investimento contro la povertà e la sua trasmissione di generazione in generazione. In quest’ottica, garantire l’accesso all’educazione di qualità per tutti è centrale, anche per le politiche di inclusione sociale. L’Italia dal 2010 è – tra i maggiori paesi Ue – quello che spende meno in istruzione in rapporto al proprio…

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