Il documentario “Non Sono Emergenza” al Giffoni Film Festival

Viaggio al centro del disagio giovanile con il documentario “Non sono emergenza”. Un appuntamento del Giffoni Film Festival 2025 denso di emozione e consapevolezza con i ragazzi del Giffoni Impact in Sala Verde. Al centro dell’incontro di sabato 19 luglio la campagna di comunicazione “Non sono emergenza”, promossa da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che da oltre un anno indaga il disagio adolescenziale attraverso immagini, video, testimonianze dirette e il linguaggio potente dell’audiovisivo. Una narrazione profonda che è partita da dati statistici per arrivare poi alle esperienze dirette dei ragazzi.
Ansia, depressione, disturbi alimentari, bullismo, baby gang, identità sessuale, isolamento, eco-ansia: sono alcune delle sfaccettature di un fenomeno in costante crescita e ancora poco esplorato, ma che riguarda una generazione troppo spesso raccontata come emergenza e non come risorsa.
A introdurre l’incontro è stato il fondatore e direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi, che ha ricordato il lungo percorso di collaborazione con Fondazione Con il Sud e Con i Bambini, nato con il progetto Sedici modi di dire ciao. “Abbiamo scelto di lavorare nelle regioni che amiamo di più, quelle che hanno più bisogno di noi – ha detto Gubitosi – Luoghi che ci riportano alle nostre origini, a una povertà che era dignitosa. Abbiamo fatto tanto e bene. Ringrazio il Dipartimento Progetti Speciali, guidato da Marco Cesaro, per il lavoro svolto in questi anni”.
Ad illustrare il senso e lo spirito della campagna Ortensia Ferrara, responsabile dei Progetti Editoriali e Comunicazione di Con i Bambini. “Non sono emergenza nasce dall’idea che i ragazzi non sono un problema da gestire, ma protagonisti da ascoltare – ha spiegato – Abbiamo usato strumenti diversi: una panchina per raccogliere storie, cartoline, pubblicazioni come quello di Claudio Beorchia. Immagini e video per raccontare la loro ricerca di benessere psicologico, è stata la linea dominante della campagna”.
Visibilmente emozionata, la regista Arianna Massimi ha condiviso la genesi interiore e personale del documentario: “È un progetto che nasce da me adolescente. Ho voluto raccontare un mondo interiore fatto di difficoltà che ho vissuto in prima persona – ha raccontato – La salute mentale è un tema da affrontare anche in termini collettivi, quasi epidemici. Con questo lavoro ho voluto dare forma alla dimensione condivisa del dolore e della fragilità. Era giusto e necessario che “Non sono emergenza” fosse una campagna online perché doveva utilizzare proprio quegli strumenti che spesso amplificano condizione di disagio”.
A chiudere l’incontro, le parole del fotografo Riccardo Venturi, che ha ideato e partecipato alla campagna con i suoi scatti: “Questi ragazzi – ha detto – sono, oserei dire, la parte sana di una società malata. Hanno il coraggio di metterci la faccia anche per noi. Con le loro testimonianze non hanno solo voluto lanciare un grido di dolore, ma dare uno squillo di tromba, suonare la sveglia ai loro coetanei, a chi vive la loro stessa condizione, il loro stesso disagio ma non lo esprime”.




