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Presentato a Ginevra “Le cure per lo sviluppo infantile precoce”, un documento OMS/UNICEF

Foto di Larm Rmah su Unsplash
Foto di Larm Rmah su Unsplash

“Se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Così esordisce “Le cure per lo sviluppo infantile precoce”, il documento presentato il 23 maggio a Ginevra, frutto del lavoro di un gruppo internazionale di esperti  e di una vasta consultazione con governi, centri di ricerca e organizzazioni internazionali e coordinato dal Dipartimento per le cure a donne e bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

IL DOCUMENTO – “Le cure per lo sviluppo infantile precoce” è un corposo documento di oltre 40 pagine che invita e sprona i governi, la società civile, il settore privato e i diversi servizi pubblici, da quello educativo a quello sanitario e delle politiche sociali, a lavorare assieme per assicurare “a tutti i bambini e le bambine la migliore partenza possibile nella vita”.
Investire nell’infanzia infatti è uno dei migliori investimenti che un paese può fare per promuovere una prosperità condivisa, creare il capitale umano, far crescere l’economia e combattere la povertà e le diseguaglianze. Il documento si basa sui più recenti risultati della ricerca nei campi delle neuroscienze, della psicologia dello sviluppo e dell’economia che dimostrano quanto e come gli investimenti nei servizi per l’infanzia e per il sostegno ai genitori assicurano un ritorno economico di almeno dieci volte nel giro di pochi anni. Questo perché nei primi due tre anni di vita vengono costruite le fondamenta neurobiologiche delle competenze cognitive, emotive e sociali del bambino, con implicazioni che durano per tutto il corso della vita.
Nel documento sono elencate le politiche che possono sostenere e aiutare le famiglie, soprattutto quelle che si trovano in condizioni di svantaggio economico, culturale e sociale, a “nutrire le menti” dei loro bambini e descritte precise raccomandazioni a tutti i settori della società: ai Governi, ai Parlamenti, agli amministratori, per coordinare gli sforzi e garantire risorse adeguate, alla società civile per impegnarsi nelle rispettive comunità a supporto delle famiglie più svantaggiate, ai centri accademici e di ricerca per definire gli interventi più efficaci e integrare queste conoscenze nella formazione di tutti gli operatori che lavorano con bambini e genitori, al settore privato per contribuire agli investimenti in questa direzione e garantire il diritto dei propri dipendenti al congedo di maternità e paternità.

Tra gli autori del documento anche Giorgio Tamburliniunico rappresentante italiano, pediatra e presidente del Centro per la Salute del Bambino, impegnato da molti anni, a livello nazionale e internazionale, in progetti di intervento precoce a sostegno dello sviluppo del bambino e delle famiglie, tra i quali i ben noti Nati per Leggere e Nati per la Musica – sviluppati in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri e l’Associazione Italiana Biblioteche.
“La consapevolezza dell’importanza di investire nei primi anni, sia in servizi educativi che in politiche e interventi di diretto sostegno alle famiglie, è aumentata molto in questi ultimi anni anche in Italia” afferma Tamburlini.
“Ne sono testimonianza il Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza approvato nel 2016,  gli interventi a sostegno delle famiglie povere con bambini introdotti nelle ultime leggi finanziarie, gli sforzi di molte amministrazioni regionali e  comunali, l’istituzione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, che ha consentito alle Fondazioni bancarie, sulla base di un meccanismo di defiscalizzazione inserito nella finanziaria 2015, di creare un fondo capace, con il coordinamento della Impresa Sociale Con i Bambini, di sostenere decine di progetti” riflette il pediatra.
“Un’altra interessante testimonianza della crescente consapevolezza dell’importanza di investire precocemente su infanzia e genitorialità è l’impegno di grandi gruppi privati. Il gruppo Generali, ad esempio, attraverso la sua nuova iniziativa globale a favore delle comunità più svantaggiate “The Human Safety Net” ha scelto anche di sostenere interventi per le famiglie più vulnerabili con bambini in fascia d’età 0-6 nei Paesi in cui il Gruppo opera. Tutti questi contributi, sia quelli pubblici che quelli privati, raggiungeranno il loro scopo solo se le comunità locali sapranno attivarsi a sostegno di se stesse, facendo sì che i semi possano germogliare e crescere poi autonomamente” conclude Tamburlini.

Il documento sarà reso disponibile in italiano a cura del Centro per la Salute del Bambino, qui il link alla versione inglese http://nurturing-care.org/

 

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