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Verde attrezzato di quartiere nelle città: meno spazi al Sud

Tag: Sport e gioco

Una delle prerogative riconosciute dalla convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è il diritto al gioco e al tempo libero. Si tratta di un aspetto centrale nella crescita sana del minore, cui devono essere garantiti spazi per giocare, frequentare gli amici e passare il proprio tempo libero in un contesto sicuro.

Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.

– Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (art. 31)

In concreto, garantire questa prerogativa significa mettere in campo una serie di politiche pubbliche di diversa natura. A partire dalle quelle rivolte ai più giovani, con l’organizzazione di una rete di strutture e servizi extrascolastici, quali centri di aggregazione e spazi di ritrovo.

Il verde attrezzato di quartiere è un presupposto del diritto al gioco e al tempo libero dei bambini.

Accanto alle politiche giovanili, il diritto al gioco e al tempo libero dei minori incrocia anche aspetti di pianificazione urbanistica. Ad esempio, con la previsione di spazi verdi attrezzati in ogni quartiere. Ovvero giardini, aree verdi e piccoli parchi dove siano disponibili aree gioco per bambini, panchine, fontanelle e ogni altra infrastruttura che ne valorizzi la possibilità di fruizione per le famiglie e i minori.

10,5% il verde urbano che nelle città italiane è classificabile come verde attrezzato di quartiere.

Ma nello specifico, quanto verde hanno a disposizione bambini e ragazzi che vivono nelle città italiane?

I divari nella presenza di verde attrezzato di quartiere

Nei capoluoghi italiani vi sono circa 23 metri quadri di verde attrezzato per ogni minore di 18 anni residente. Una quota fortemente variabile sul territorio nazionale. Nelle città abruzzesi si sfiorano i 60 metri quadri per minore, nelle Marche si superano i 46 metri quadri, poco sotto il Trentino Alto Adige con 44 metri quadri per giovane residente.

Nelle città siciliane meno verde attrezzato di quartiere per minore
Metri quadrati di verde attrezzato di quartiere per minore residente (2019)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 25 Febbraio 2021)

A superare la quota di 30 metri quadri per minore anche i capoluoghi di Friuli Venezia Giulia (38,29), Veneto (32,17), Sardegna (31,28), ed Emilia Romagna (31,27).

5,33 metri quadri di verde attrezzato per minore nei capoluoghi della Sicilia.

Mentre non raggiungono la soglia di 10 metri quadri per minore le città siciliane e quelle di Basilicata, Campania e Puglia.

Entrando nello specifico dei singoli capoluoghi, si osserva come ai primi posti vi sia una maggiore concentrazione di comuni del centro-nord. In particolare Gorizia (238,58 metri quadri per minore), Oristano (209,28), L'Aquila (147,26), Arezzo (104,22), Cremona (93,72), Fermo (76,94), Piacenza (68,89), Padova (63,71), Vercelli (63,06), Benevento (62,11), Asti (61,88), Ferrara (54,33), Sondrio (52,51), Forlì (52,39) e Bolzano (52,38).

È Gorizia il capoluogo con più metri quadri di verde attrezzato di quartiere per minore
Metri quadrati di verde attrezzato di quartiere per minore residente (2019)

DA SAPERE
Il dato calcola il rapporto tra il verde attrezzato (in mq) presente nel comune capoluogo e i residenti con meno di 18 anni del comune stesso.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 25 Febbraio 2021)

Mentre agli ultimi posti ricorrono più spesso comuni del mezzogiorno. Tra le 10 città con meno metri quadri per minore figurano quasi tutte città meridionali (con la sola eccezione di Rimini): Palermo (0,15 metri quadri per minore), Barletta (0,55), Lecce (0,99), Crotone (1,07), Napoli (1,3), Trapani (1,39), Messina (1,54), Enna (1,67) e Taranto (1,98).

9,26 metri quadri di verde attrezzato per minore nei capoluoghi delle isole. Meno della metà della media nazionale (23,3).

Isolando le grandi città, spicca il contrasto tra le 2 più popolose (Roma, con 29,08 metri quadri per minore e Milano, con 33,66) e le altre maggiori. Dopo Torino (16,81) e Genova (12,67), figurano infatti due grandi capoluoghi dell'Italia meridionale: Napoli (1,30) e Palermo (0,15).

Una questione anche di pianificazione urbanistica

Si tratta di tendenze che in tanti casi sono anche l'esito di scelte urbanistiche stratificate nel tempo e che hanno avuto come conseguenza una compressione degli spazi verdi di quartiere.

Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato, soprattutto nel secondo dopoguerra il rapporto tra costruzione di nuovi insediamenti e la predisposizione di aree verdi di quartiere è stato in molti casi storicamente conflittuale nel nostro paese.

In questo senso, è interessante osservare il caso della capitale. A Roma, le aree gioco censite nei dataset del portale opendata del comune si concentrano soprattutto nella periferia storica, consolidata nel corso del novecento. Zone spesso costruite con una elevata densità abitativa, dove probabilmente anche per questa ragione è stata più sentita la necessità di ricavare spazi gioco per bambini.

Aree gioco a Roma nelle zone di espansione edilizia
Le zone di colore più scuro sono quelle che dal 2005 hanno avuto una maggiore espansione edilizia

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat e Roma Capitale
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

Tra le zone di espansione più recente è interessante osservare la differenza tra il quadrante occidentale, dove si registra una maggiore rarefazione e i quartieri di nuova edificazione ai margini nord-orientali del grande raccordo anulare, dove appaiono maggiormente presenti.

L'articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

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