Quanto incide la povertà sul rendimento scolastico?
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C’è una forte relazione tra i risultati scolastici degli alunni e la condizione economica, sociale e culturale della famiglia di origine. Una dinamica pericolosa, perché lascia indietro i ragazzi che vengono dai contesti più difficili e in prospettiva i territori più deprivati. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
Lo svantaggio nei risultati scolastici dei ragazzi che provengono dalle famiglie povere emerge verso i 10 anni. Esso è il prodotto delle diverse opportunità ricevute, a partire dai primi anni di vita. L’aver ricevuto o meno l’istruzione pre-scolare, l’accesso all’offerta culturale e educativa, la scuola frequentata. Il gap si allarga negli anni successivi, riproducendo le disuguaglianze di partenza.
In media, in 26 paesi dell’UE su 28 gli studenti con uno status socio-economico-culturale più basso si trovano sistematicamente al di sotto del punteggio considerato sufficiente per le scienze. Una tendenza che riguarda anche l’Italia, collocata nella seconda metà della classifica dei Paesi Ue.
In Italia la relazione tra status socio-economico-familiare e i livelli di apprendimento rilevati nei test Invalsi si verifica per tutti i livelli di istruzione, dalle elementari alle superiori, e in tutte le materie esaminate. Analizzando i risultati scolastici degli alunni del terzo anno delle medie, in più di un caso su 2 (53,7%) gli studenti provenienti dalle famiglie deprivate non raggiungono un livello sufficiente in italiano. L’impatto di queste disuguaglianze cambia notevolmente tra le diverse aree del paese.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento, con dati e mappe di tutte le regioni italiane, raggruppate in Nord-est, Nord-ovest, Centro, Sud e isole.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.
Il report completo è disponibile in formato pdf