Povertà educativa in Lombardia: digitale, edilizia scolastica e trasporti
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Nell’emergenza Covid, che tra i paesi occidentali ha colpito per prima l’Italia, e la Lombardia in particolare, sono emerse nuove sfide nel contrasto alla povertà educativa.
Si affacciano esigenze nuove, come l’importanza di disporre di connessioni domestiche veloci e di dispositivi per seguire la didattica a distanza. Aspetti cruciali, che l’osservatorio sulla povertà educativa curato da Openpolis e Con i Bambini ha cominciato a monitorare, a livello nazionale e nei territori. Questo report, “Le mappe della povertà educativa in Lombardia”, è un passo in questa direzione.
Accanto agli ambiti tradizionali delle analisi sui presidi sociali e culturali per il contrasto della povertà educativa, come asili nido, scuola, servizi culturali e ricreativi, è necessario intervenire sulle nuove forme di disuguaglianza.
Come quelle legate a un processo di digitalizzazione del paese non ancora abbastanza inclusivo. Divari che rischiano di saldarsi con quelli già esistenti, lasciando indietro interi territori.
Una digitalizzazione inclusiva è il tema decisivo dei prossimi anni, e deve essere posto al centro del dibattito pubblico e delle riflessioni sulle politiche in materia. Un dibattito che sarà tanto più utile quanto più sarà alimentato con i dati, come promosso dall’Osservatorio #conibambini.
MINORI IN LOMBARDIA –La Lombardia, con oltre 1,6 milioni di minori, è la regione italiana con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni. Quanto impatta il fenomeno della povertà educativa in questa regione? Per un territorio con 10 milioni di abitanti, 1.506 comuni, 23.864 kmq, la risposta non può che passare da un approfondimento in chiave locale. Nessuna media regionale potrà mai restituire divari e disuguaglianze interne a una regione così vasta. Per questa ragione, con l’approccio fondativo dell’osservatorio povertà educativa, nel report abbiamo monitorato, attraverso dati comunali e sub-comunali, alcuni aspetti che ci aiutano a comprendere meglio la condizione dei minori in Lombardia. Anche in relazione alle nuove esigenze poste dall’emergenza Covid, che ha fatto emergere nuove sfide nel contrasto della povertà educativa, oltre a ribadire l’importanza di quelle già esistenti.
Il primo aspetto analizzato è la variazione di bambini e ragazzi nell’ultimo decennio. Un periodo storico che, complice la bassa natalità, ha visto un calo generalizzato dei minori in Italia (-3,19% tra 2012 e 2019), a fronte di una sostanziale stabilità in Lombardia, una delle poche regioni a non registrare variazioni negative. Dal 2012 al 2019 il numero dei residenti tra 0 e 17 anni in Lombardia è aumentato del +0,86%. La regione è al terzo posto nel paese per aumento di minori, superata solo da Emilia Romagna (+2,13%) e Lazio (+3,8%). Tutte le regioni, fatta eccezione per la Toscana (+0,32%) registrano variazione negative, a conferma che l’Italia ha il tasso di natalità più basso a livello europeo, un dato fondamentale per determinare le prospettive sociali ed economiche future del paese. Il dato di stabilità cela però profonde differenze interne: se nella città metropolitana di Milano si rileva un aumento superiore al 6%, che arriva quasi al 14% nel capoluogo, in 7 province si è registrato un calo della popolazione minorile. Milano è seguita a distanza da Monza e Brianza (+1,09%): tutte le altre registrano variazioni inferiori alla media regionale (+0,86%). In particolare a Lecco (-4,35%) e Sondrio (-5,93%) il calo dei minori è stato più ampio di quello rilevato a livello nazionale (-3,2%).
LE CONNESSIONI ULTRAVELOCI – In secondo luogo, abbiamo mappato la diffusione delle connessioni ultraveloci, con dati precedenti all’attuale crisi Covid, in modo da osservare l’estensione della rete prima che arrivasse l’emergenza. L’obiettivo è comprendere le differenze tra i territori lombardi rispetto alla sfida della gigabit society, promossa a livello Ue. Nell’estensione della banda larga ultraveloce su rete fissa (con velocità teorica superiore a 100 Mbps) incide la conformazione territoriale della Lombardia (circa il 10% dei minori residenti nella regione vive in comuni classificati da Istat come montagna interna).
Quanto a situazione delle reti, la Lombardia ha dati in linea con la media nazionale. Le differenze all’interno della regione sono tuttavia di rilievo, considerato soprattutto che esiste un notevole gap tra area montana e metropolitana, che diventa sempre più marcato man mano che si passa a tecnologie più potenti. Così per la banda larga ultraveloce (con velocità teorica superiore a 100 Mbps) nell’area metropolitana di Milano c’è una copertura superiore al 60 % mentre nella provincia di Sondrio la copertura è del 14%. In termini di copertura della rete fissa di banda larga ultraveloce la città metropolitana di Milano è il territorio con più famiglie potenzialmente raggiunte dalla regione. Un dato coerente con la vocazione metropolitana del capoluogo lombardo, ma che anche in questo caso mostra delle differenze interne se si confronta la città principale col suo hinterland. Rispetto alla provincia di Sondrio, Milano mostra una diffusione molto più capillare tra i diversi comuni dell’area metropolitana. Quasi 9 su 10 hanno almeno una parte di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa a oltre 100 Mbps, una quota che varia molto comunque tra il centro e le periferie.
Il comune di Milano è una delle città in Italia con maggiore diffusione di dispositivi digitali nelle scuole (quasi la metà degli studenti milanesi – 44,5% – studia in un plesso con oltre 10 pc, contro il 36-37% di Roma e Napoli). Allo stesso tempo però non è affatto trascurabile la quota di alunni che frequentano scuole che dichiarano 0 dispositivi: sono il 14% del totale. Tenendo conto che per circa il 40% delle scuole questo dato non è disponibile, la più elevata concentrazione di plessi con un maggior numero di pc si riscontra nelle zone corrispondenti ai cap 20131 (zona Casoretto-Città studi), 20161 (Affori-Bruzzano) e 20149 (Portello-Fiera). Nella prima, il numero di dispositivi raggiunge i 31,7 pc e tablet ogni 100 alunni, cioè quasi 1 computer ogni 3 studenti nelle scuole della zona. Nella seconda il dato supera i 20 pc e tablet ogni 100 alunni. Nella terza, sono circa 16 ogni 100 studenti.
LA PRESENZA DI EDIFICI SCOLASTICI VETUSTI – L’emergenza sanitaria ha limitato la frequenza delle lezioni scolastiche in presenza. Ciò non toglie che la scuola rimanga il luogo dove normalmente bambini e ragazzi passano molta parte del proprio tempo fuori casa. Ma come viene valutato il livello di sicurezza degli edifici? Sul totale delle strutture statali della Lombardia, il 20,43 % è considerato vetusto (con più di 50 anni, da definizione del Miur), un dato che supera la media nazionale (17,83%). Anche in questo caso con forti differenze interne: nelle province di Cremona, Pavia e Mantova oltre il 30% delle scuole sono classificate come vetuste. Seguono i territori di Lodi e Como con 20,43%. Chiude la graduatoria la provincia di Monza Brianza (13,8%).
LA RAGGIUNGIBILITA’ DELLE SCUOLE LOMBARDE – L’89,2% degli edifici scolastici statali in Lombardia è raggiungibile con almeno un mezzo alternativo all’automobile, attraverso mezzi di trasporto pubblico (di tipo urbano, interurbano o ferroviario) o con lo scuolabus. Un dato superiore alla media nazionale (86%). Analizzando i singoli territori, insieme alla provincia di Pavia la città metropolitana di Milano è l’unica a non superare la media nazionale. Sono 6 su 12 le province lombarde con più del 90% di scuole raggiungibili col trasporto pubblico (Bergamo ha il record con 97,7%).
I NUMERI DEL REPORT
- 1,6 milioni i residenti in Lombardia che hanno meno di 18 anni.
- +0,86% la variazione dei minori in Lombardia tra 2012 e 2019.
- +6,68% l’aumento dei minori nella città metropolitana di Milano tra 2012 e 2019, il territorio regionale con il maggior aumento.
- 40% i comuni della città metropolitana di Milano dove i minori sono diminuiti.
- -5,93% la diminuzione di minori nella provincia di Sondrio tra 2012 e 2019, il territorio regionale con il maggior calo.
- 23% i comuni in provincia di Sondrio dove i minori sono aumentati.
- 34% le famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce in Lombardia.
- 17 punti in più la quota di famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce nel comune di Milano rispetto alla media della città metropolitana.
- 34 punti in più la quota di famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce nel comune di Sondrio
- 1 gigabit al secondo l’obiettivo europeo di connettività nelle scuole.
- 31% le scuole di Milano con tutte le aule coperte dal wi-fi.
- 71% le scuole con tutte le aule coperte dal wi-fi in zona risorgimento.
- 44,5% gli alunni che frequentano una scuola con oltre 10 pc a Milano, il dato più elevato tra le 6 maggiori città italiane.
- 31,7 pc e tablet ogni 100 alunni nelle scuole della zona Casoretto-Città studi, oltre 3 volte la media comunale.
- 89,2% gli edifici scolastici statali raggiungibili con mezzi pubblici in Lombardia, nel 2018.
- 6 su 12 le province lombarde con più del 90% di scuole raggiungibili col trasporto pubblico.
- 97,7% gli edifici scolastici statali raggiungibili con mezzi pubblici nella provincia di Bergamo.
- 78,6% gli edifici scolastici statali raggiungibili con mezzi pubblici nella città metropolitana di Milano.
- 20,43% gli edifici scolastici statali vetusti in Lombardia, nel 2018.
- 13,8% gli edifici scolastici statali vetusti nella provincia di Monza e Brianza, la quota più bassa tra le province lombarde.
- 8,78 punti in più la quota di scuole vetuste nel comune di Monza rispetto alla media provinciale.
- 35,2% gli edifici scolastici statali vetusti nella provincia di Cremona, la quota più alta tra le province lombarde.
- 17,1 punti in più la quota di scuole vetuste nel comune di Cremona rispetto alla media provinciale.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con grafici e glossari, nonché visualizzare le mappe della povertà educativa in Lombardia con la ricerca dei dati comune per comune.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.