L’impatto sul paese degli scarsi rendimenti scolastici
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Una delle sfide più importanti per il nostro sistema educativo è migliorare i rendimenti scolastici degli studenti. Non agire su questo fronte significa allargare il gap tra studenti con background sociali diversi, e accettare una società più statica, con meno mobilità sociale. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
Ngli ultimi anni le rilevazioni Ocse-Pisa hanno indicato un sensibile peggioramento dei rendimenti scolastici degli studenti a livello europeo. In media un quindicenne su 5 non raggiunge competenze sufficienti in lettura, matematica e scienze.
Anche alla luce di questi dati, gli stati Ue hanno concordato l'impegno a ridurre al di sotto del 15% i ragazzi e le ragazze con risultati insufficienti.
Un obiettivo che è pienamente raggiunto da 4 stati su 28 in lettura, da solo 3 in matematica e appena 2 in scienze. Anche aggiungendo i paesi che si trovano sulla soglia del 15% o poco sopra, il conto sale a 6 stati per la lettura e a 4 in matematica e scienze.
L'Italia si colloca a metà classifica in tutte e tre le materie, con una quota di ragazzi con apprendimenti insufficienti sempre superiore alla media europea e al 20%.
Nella parte settentrionale del paese la quota di studenti con rendimenti scolastici insufficienti appare molto più contenuta. È il mezzogiorno a distanziarsi di più sia dalla media italiana, sia dall'obiettivo del 15%. Nelle regioni del sud i giovani con apprendimenti scarsi sono poco meno del 30%; nelle isole raggiungono o superano 1/3 del totale.
11% gli studenti con competenze insufficienti in lettura nel nord-est. Nelle isole sono il 32,8%: tre volte tanto.
Delineato un quadro di profonda spaccatura tra nord e sud, è interessante esaminare il tema in chiave locale. Ci sono delle realtà in controtendenza, in ciascuna delle due aree del paese?
Escludendo le province di Abruzzo e Molise, i migliori rendimenti nel mezzogiorno sono concentrati in 3 territori: Lecce, Bari e Matera. Seppur di poco, si trovano comunque al di sotto punteggio medio nazionale pari a 198,5 punti. Sono molto lontane dalla media realtà calabresi come Crotone e Vibo Valentia, la siciliana Enna, e la provincia del Sud Sardegna. Per queste aree la distanza è ampia non solo dalla media nazionale, ma soprattutto dalle province con i migliori rendimenti, tutte concentrate tra Lombardia, Veneto e Trentino, tra queste Lecco, Trento, Como, Belluno, Monza.
Messi in fila, questi dati raccontano di un ritardo preoccupante delle regioni meridionali, con poche eccezioni, e risultati ancora peggiori in alcune realtà locali. Sembra essere questo il problema italiano in termini di competenze e di rendimenti scolastici. Un problema non solo educativo e giustizia sociale, ma anche economico: lasciare indietro negli apprendimenti gli studenti delle zone più deprivate del paese, è di fatto un disinvestimento sul capitale umano di questi territori.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con grafici su tutte le regioni italiane e un approfondimento con mappa sulla Calabria.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.