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La rete delle biblioteche nel contrasto della povertà educativa

Tag: Cultura

Foto di Becca Tapert su Unsplash
  • 73,5% dei minori figli di lettori leggono. Se né il padre né la madre leggono, la quota scende al 34,4%.
  • In Sicilia e Calabria solo 1 minore su 3 legge abitualmente.
  • 12,4% le biblioteche italiane con progetti di inclusione rivolti a persone che vivono in povertà economica, culturale o educativa.
  • Nell’area di Terni il 43,3% delle biblioteche censite è dedicata ai minori come utenza principale (media Italia: 10,6%).

Nel contrasto della povertà educativa, poche strutture hanno una potenzialità strategica paragonabile a quella delle biblioteche. Presidi diffusi sul territorio, cui accedere liberamente, che possono vivere come luoghi di studio, di aggregazione, di socialità. Aspetti ancora più importanti per un paese dove l’accesso alla lettura resta profondamente diseguale.

In Italia poco più della metà dei bambini e dei ragazzi è un lettore abituale. Nel proprio tempo libero, solo il 51,9% dei residenti tra 6 e 17 anni dichiara l’abitudine alla lettura. Una percentuale che non è uniforme sul territorio nazionale e su cui incidono divari sociali e territoriali profondi.

La lettura è infatti uno dei comportamenti che più risentono dell’influenza dell’ambiente familiare. Quando sia la madre che il padre hanno questa abitudine, 3 minori su 4 a loro volta leggono. Se al contrario i genitori non leggono, poco più di un terzo dei figli lo fa.

73,5% dei minori figli di lettori leggono. Se né il padre né la madre leggono, la quota scende al 34,4%. (Istat, 2022).

Anche le differenze territoriali nell’abitudine alla lettura dei minori sono molto ampie. Prima della pandemia, in base ai dati Istat elaborati per il gruppo Crc, in regioni come Emilia Romagna e Valle d’Aosta, quasi 2/3 dei residenti tra 6 e 17 anni erano lettori abituali.

In Sicilia e Calabria solo un minore su 3 legge abitualmente
Percentuale di bambini e ragazzi di 6-17 anni che nel tempo libero hanno abitudine alla lettura di libri (2019)

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat per gruppo Crc
(ultimo aggiornamento: giovedì 2 Dicembre 2021)

Al contrario, tutte le regioni con l’incidenza più bassa di lettori abituali tra bambini e ragazzi si trovano nel mezzogiorno. In particolare in Calabria e Sicilia, dove sono poco più di un terzo del totale, in Campania dove si attestano al 38,2%, in Molise, Puglia e Basilicata dove superano di poco il 40%.

Quante biblioteche in iniziative di contrasto alla povertà educativa

Conseguentemente, è proprio nelle aree deprivate, dove i dati pre-pandemici indicano una minor incidenza di lettori tra i bambini, che si registrano i maggiori sforzi nel contrasto della povertà educativa attraverso la rete delle biblioteche, nel 2021. Un segnale di come in molti casi tali strutture rappresentino un presidio fortemente ricettivo anche rispetto ai bisogni del contesto in cui si trovano ad operare.

Nel 2021, il 12,4% delle biblioteche ha indirizzato i propri progetti di inclusione verso le persone che vivono in povertà economica, educativa o culturale. La quota raggiunge il 28,1% in Puglia, il 22,5% in Basilicata, e si avvicina a una struttura su 5 in Calabria (19,3%) e Campania (19%).

Nel 2021 la Puglia è stata la regione con più biblioteche con progetti di inclusione rivolti a persone in povertà
Percentuale di biblioteche con progetti di inclusione rivolti a persone che vivono in povertà economica, educativa o culturale

DA SAPERE
Dato non disponibile per la provincia autonoma di Bolzano.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Dicembre 2022)

Ad attivare progetti di inclusione sono state soprattutto le biblioteche collocate in piccole città e sobborghi a densità intermedia di popolazione (13,9%), con un picco tra i 30 e i 50mila abitanti (16,8%).

Il presupposto per attuare questo tipo di politiche è l’esistenza di una rete strutturata di biblioteche sul territorio. Una potenzialità da valorizzare anche attraverso patti educativi territoriali o comunque strumenti che le mettano in rete con altre strutture, partendo dalle scuole.

Ma come sono distribuite le biblioteche, in particolare quelle che hanno nei minori il principale bacino di utenza, sul territorio nazionale? È possibile ricostruirlo analizzando i microdati del censimento svolto dall’istituto di statistica.

Una funzione cruciale nelle aree interne, spopolate e con meno servizi

A prescindere dall’utenza effettiva, in Italia circa 1 biblioteca su 10 (10,6%) tra quelle censite da Istat dichiara di rivolgersi a bambini e ragazzi come categoria di utenza principale.

Nelle aree interne la funzione di spazio dedicato ai minori è ancora più importante.

Questa media nazionale è superata ampiamente in alcune regioni dell’Italia centrale e meridionale, come Molise (27,3%), Umbria (18,1), Marche (18%), Basilicata (16,7%) e Puglia (15%).

Anche nei piccoli paesi e nelle aree interne le biblioteche attive si rivolgono soprattutto ai minori. Possibile indicatore del fatto che in contesti dispersi e scarsamente popolati, con una minore densità di servizi (soprattutto per i più giovani), le biblioteche sono chiamate a supplire questa carenza. Offrendo ai minori un luogo di studio, ma anche uno spazio di aggregazione e socialità.

Oltre il 13% delle biblioteche nei comuni interni ha nei bambini e nei ragazzi i principali destinatari delle sue attività. E la quota raggiunge addirittura il 17,6% delle biblioteche nei comuni fino a duemila abitanti.

Perciò è nelle aree del paese più interne che la quota di biblioteche che dichiarano tale funzione è più elevata. In provincia di Terni il 43,3% delle biblioteche censite è dedicata ai minori come utenza principale. Circa 4 volte la media nazionale, pari al 10,6%. E la quota supera il 25% anche nelle province di Campobasso (32,6%), Rieti (27,3%), Lecce (26,6%) Fermo (25,9%) e Novara (25%).

Come varia l’offerta biblioteche per minori in Italia

Un altro punto di vista, complementare alla quota di strutture dedicate ai minori, è la loro densità rispetto alla popolazione minorile sul territorio.

In alcuni casi, le aree del paese con maggiore incidenza di biblioteche dedicate ai minori sono anche quelli dove la diffusione di tali strutture è minore, o comunque più rarefatta, soprattutto in rapporto ai residenti con meno di 18 anni.

Nel 2020 i capoluoghi con maggiore densità di biblioteche totali rispetto a bambini e ragazzi residenti sono stati Pavia, Mantova, Trento, Cagliari, Belluno, Gorizia, Biella, Bolzano e Udine. Tutte città con almeno 15 biblioteche complessivamente censite da Istat ogni 10mila residenti tra 0 e 17 anni. Seguono, con cifre poco inferiori, Ferrara (14,92), Venezia (14,84) e Firenze (14,78). Mentre agli ultimi posti troviamo i comuni di Andria, Reggio Calabria, Brindisi, Grosseto, Imperia, Ragusa, Barletta e Terni, con meno di 2 biblioteche complessivamente censite da Istat ogni 10mila residenti tra 0 e 17 anni.

La diffusione delle biblioteche per minore nei comuni italiani
Numero di biblioteche censite ogni 10mila residenti 0-17 anni (2020)

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 2 Maggio 2022)

Le cifre cambiano considerando solo le biblioteche che nell’indagine hanno dichiarato di rivolgersi principalmente a bambini e ragazzi. In questo caso ai primi posti, con oltre 2 biblioteche “per bambini” ogni 10mila minori, troviamo Carbonia, Cuneo e Forlì.

In 93 città su 109 le biblioteche principalmente per minori sono meno di una ogni 10mila residenti tra 0 e 17 anni: l’85% del totale. Quota che scende al 73% nei capoluoghi del nord-est, supera il 90% in quelli del centro e delle isole, mentre nel sud continentale e nel nord-ovest è in linea con la media nazionale.

L'articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

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