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L’abbandono scolastico cresce se i risultati sono bassi, soprattutto a Sud

Tag: Istruzione

Ad abbandonare la scuola prima del tempo sono spesso i ragazzi che hanno i risultati scolastici più bassi, soprattutto al Sud. Un’istruzione di qualità per tutti, a prescindere dalla condizione di partenza, è la chiave perché nessuno resti indietro. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.

In Italia, circa il 13,5% dei giovani ha abbandonato la scuola prima di raggiungere il diploma. Una cifra – relativa al 2019 – che è molto diminuita nell’ultimo decennio (erano oltre il 23% nel 2004), sebbene resti ancora sopra l’obiettivo europeo per il 2020: scendere sotto quota 10%.

Sono tanti i motivi che possono spingere ragazze e ragazzi ad abbandonare la scuola: i fattori socio-economici, a partire dalla condizione della famiglia, sembrano essere quelli più influenti.

Un altro aspetto cruciale è il livello di competenze raggiunto nel corso degli studi. A lasciare gli studi prima del tempo è, in molti casi, chi aveva i risultati scolastici più bassi. Un’indicazione in questo senso arriva dal confronto tra la percentuale di studenti con competenze alfabetiche inadeguate (in base ai test Invalsi) e il tasso di abbandoni scolastici.

A livello regionale, la relazione emerge in modo piuttosto nitido: dove i risultati scolastici sono più bassi, le uscite precoci dal sistema di formazione sono più frequenti. In Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria oltre il 40% degli studenti di II superiore ha ottenuto un punteggio nelle competenze alfabetiche al di sotto della sufficienza nelle prove Invalsi. In queste stesse regioni, gli abbandoni superano il 17%.

L’interruzione della scuola prima del tempo è spesso solo l’esito conclusivo di fenomeni di dispersione che si trascinano durante il percorso di studi: ripetenze, ritardi, scarsi risultati scolastici. Fattori che spesso si accompagnano a demotivazione e poca fiducia nelle proprie capacità, e che aumentano le probabilità di lasciare la scuola precocemente.

Non si tratta di problemi che possono essere ricondotti unicamente alle attitudini del singolo studente. Infatti è proprio nei nuclei svantaggiati che i risultati scolastici sono più bassi, in tutte le materie, e purtroppo già a partire dall’istruzione primaria.

Gli insuccessi scolastici sono spesso correlati a una difficoltà economica e sociale della famiglia. In questo senso, la condizione socio-economica influenza il rischio abbandono due volte. Da un lato, rendendo il costo della prosecuzione degli studi troppo oneroso rispetto all’ingresso nel mondo del lavoro. Dall’altro, una situazione di deprivazione sociale può ridurre le aspettative dei genitori verso il percorso scolastico dei figli, compromettendo l’autostima di questi ultimi.

La relazione tra bassi apprendimenti e abbandoni è così forte che è stato introdotto il concetto di dispersione implicita. Significa sommare agli abbandoni veri e propri (dispersione esplicita) anche coloro che, pur avendo conseguito il diploma, alla fine delle superiori non hanno raggiunto un livello di competenze adeguato. In molte regioni del Mezzogiorno i dispersi totali sono più del 25%.

37,4% l’indicatore di dispersione totale per la Sardegna, come elaborato da Invalsi. Segue il dato di Sicilia (37%), Calabria (33,1%) e Campania (31,9%).

Per questi motivi, il miglioramento delle competenze degli studenti è al centro di tutte le politiche di contrasto all’abbandono scolastico

Abbandoni sopra la media e basse competenze in quasi la metà dei capoluoghi del Mezzogiorno
Il colore varia in base alla combinazione tra livello di apprendimenti e incidenza delle uscite precoci dal sistema di istruzione e formazione

Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con ulteriori grafici e mappe.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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