Inclusione degli studenti con disabilità: una sfida ancora aperta
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- Nell’anno scolastico 2023/24 erano oltre 359mila gli studenti con disabilità iscritti agli istituti italiani.
- La disabilità intellettiva è quella più comune tra gli studenti (40%). Il 37% soffre di più forme di disabilità contemporaneamente.
- Il 20% degli studenti con disabilità non è autonomo in nessuna attività di base (comunicazione, igiene, mobilità, alimentazione).
- Gli studenti totalmente non autonomi passano in media 7,3 ore a settimana lontano dalla classe. Nelle scuole del nord il dato sale a 9,4 ore.
- Il 46% degli istituti scolastici non dispone o non ha una dotazione sufficiente di postazioni informatiche adattate per gli studenti con disabilità.
Il diritto allo studio di ragazzi e ragazze con disabilità, anche mediante il ricorso a misure specifiche di assistenza e integrazione, è riconosciuto e tutelato dall’ordinamento italiano come parte integrante del principio di uguaglianza sostanziale e del diritto all’istruzione per tutti. A rafforzare questo quadro, sul piano internazionale, vi è la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 18/2009, che sancisce il diritto all’educazione su base di uguaglianza, senza discriminazioni e con la predisposizione di accomodamenti ragionevoli per favorire la piena partecipazione scolastica.
Un principio ribadito di recente dalla sentenza 12/2025 del Tar del Lazio, nella quale i giudici amministrativi hanno chiarito che il diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità deve essere garantito indipendentemente dalle risorse disponibili.
“Né le norme di organizzazione del servizio scolastico, né tanto meno quelle sui vincoli di spesa pubblica, possono giustificare l’imposizione surrettizia di limiti” – Sentenza 12/2025 Tar del Lazio, 10 febbraio 2025
Tale pronunciamento è ancora più significativo se si considera il progressivo aumento degli studenti con disabilità all’interno del sistema educativo italiano. Durante l’anno scolastico 2023/24 ne risultavano iscritti 359mila, 21mila in più rispetto all’anno precedente. Un incremento che da un lato testimonia una maggiore capacità di individuazione e diagnosi, dall’altro una crescente inclusione nel sistema educativo.
4,5% la quota di alunni con disabilità rispetto al totale degli studenti iscritti nell’anno scolastico 2023/24.
Tuttavia, l’effettiva inclusione scolastica rimane una sfida aperta. Un rapporto del garante per l’infanzia e l’adolescenza ha evidenziato infatti tra le criticità la persistenza di barriere architettoniche, l’uso ancora limitato di strumenti di supporto digitali, e la carenza di insegnanti di sostegno e assistenti all’autonomia adeguatamente formati.
In questo articolo approfondiremo in particolare due dimensioni cruciali per l’inclusione scolastica: il livello di partecipazione degli studenti con disabilità alle attività didattiche in classe e la disponibilità di postazioni informatiche adattate. Due aspetti che, insieme, possono contribuire notevolmente a un apprendimento accessibile e partecipato.
Quanti sono gli studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane
Per quanto riguarda l’inclusione degli alunni con disabilità, il 18 marzo 2025 Istat ha pubblicato un nuovo rapporto relativo all’anno scolastico 2023/24. In base a questo documento, gli studenti con disabilità iscritti alle scuole di ogni ordine e grado erano quasi 359mila. Si tratta di un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Tale tendenza è ormai in corso da diverso tempo. Considerando gli ultimi 5 anni infatti gli studenti con disabilità inseriti nel sistema scolastico sono stati 75mila in più.
+26% l’incremento di studenti con disabilità presenti nelle scuole italiane registrato tra il 2019/20 e il 2023/24.
Per quanto riguarda il tipo di disabilità, quella intellettiva è la più comune tra gli studenti (40%). Seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (35%) e quelli dell’apprendimento e dell’attenzione (20%). Meno comuni sono le disabilità motorie (9%) e quelle visive o uditive (circa 7%). Da notare che il 37% degli alunni con disabilità presenta più problemi contemporaneamente, in particolare tra gli studenti con disabilità intellettiva (53%). Inoltre il 28% degli studenti ha difficoltà di autonomia (comunicazione, igiene, mobilità, alimentazione).
20% gli studenti con disabilità che non sono autonomi in nessuna attività (comunicazione, igiene, mobilità, alimentazione).
Istat evidenzia inoltre l’aumento degli insegnanti di sostegno con una formazione specifica, passati dal 63% al 73% in quattro anni. Il rapporto alunno-insegnante è di 1,4 nelle scuole statali, migliore del rapporto raccomandato di 2 a 1. Tuttavia segnala anche che un numero considerevole di docenti (27%) non è ancora specializzato, con un picco del 38% nel nord Italia. L’11% di questi insegnanti viene inoltre assegnato in ritardo.
In media, gli studenti usufruiscono di 15,6 ore settimanali di sostegno. Si notano però differenze territoriali in tutti i livelli scolastici, con un maggiore numero di ore di sostegno nelle scuole del mezzogiorno (17,3, ovvero 3,4 ore in più rispetto alle 13,9 del nord). A questo proposito, Istat segnala che il 3,7% delle famiglie ha presentato ricorso al Tar, ritenendo inadeguata l’assegnazione delle ore di sostegno.
Insegnanti di sostegno e assistenti all’autonomia non sono ancora sufficienti.
Un altro elemento critico riguarda il fatto che oltre 15mila studenti con disabilità (il 4,2% del totale) non ricevono l’assistenza necessaria per l’autonomia e la comunicazione. Questa carenza è più marcata nel mezzogiorno, dove la percentuale sale al 5,4%. Spesso si tenta di compensare aumentando le ore di sostegno, sebbene le due figure professionali (assistente all’autonomia e alla comunicazione e insegnante di sostegno) siano complementari e non intercambiabili.
La partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe
Il già citato documento dell’istituto di statistica sottolinea come il rapporto con i coetanei giochi un ruolo fondamentale sul piano relazionale e dell’apprendimento. Per questo è auspicabile che la didattica sia svolta sempre insieme ai compagni e che l’attività dell’insegnante per il sostegno non sia rivolta esclusivamente all’alunno con disabilità, ma riguardi l’intero gruppo classe, evitando situazioni di isolamento.
Valutare il tempo che gli alunni con disabilità passano con i loro compagni di classe è quindi molto importante. In base ai dati più recenti rilasciati da Istat, in media gli alunni con disabilità passano 29 ore settimanali in classe mentre 2,9 ore sono dedicate ad attività individuali.
Al diminuire del livello di autonomia dello studente aumentano le ore trascorse lontano dalla classe.
Si tratta di un dato certamente rilevante che ci dice che gli alunni con disabilità passano lontano dalla classe il 10% del tempo. Tuttavia, andando a disaggregare i dati e ad analizzarli più nel dettaglio, si notano delle significative differenze. Queste sono legate sia al livello di autonomia del minore, sia al grado di scuola frequentato, sia alla ripartizione geografica. A livello nazionale, ad esempio, si nota che se lo studente non è autonomo in nessuna delle attività di base (spostarsi, mangiare, comunicare, igiene personale) il numero medio di ore trascorse lontano dalla classe aumenta a 7,3. Valore che sale a 9,4 nelle scuole del nord e a 8 in quelle del centro. Viceversa, al sud le ore trascorse lontano dai compagni passano a 5,3, meno della media nazionale.
Al nord gli studenti con disabilità gravi passano quasi un terzo del tempo lontano dai compagni
Numero medio di ore di didattica settimanali svolte dagli alunni con disabilità lontano dai compagni (2023/24)
DA SAPERE
I diversi grafici mostrano il numero medio di ore di didattica settimanali svolte dagli alunni con disabilità lontano dai compagni di classe, il grado di autonomia dell’alunno, l’ordine scolastico e la ripartizione geografica per l’anno scolastico 2023/24. I dati relativi alla scuola dell’infanzia di Trento non sono stati rilevati.
Si considera autonomo lo studente che si sposta da solo all’interno della scuola, che mangia e va in bagno e comunica autonomamente.
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat
(pubblicati: martedì 18 Marzo 2025)
Altro elemento che emerge dall’analisi dei dati disaggregati è che tendenzialmente sono le scuole dell’infanzia quelle dove gli alunni con disabilità passano il maggior numero di ore lontano dai compagni. A livello nazionale, parliamo di 7,9 ore nel caso di studenti autonomi in almeno una delle quattro attività di base e di 9,8 ore per gli alunni totalmente non autonomi. Focalizzandoci su questi ultimi però, si nota che il numero di ore trascorse fuori classe più alto in assoluto è quello degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado nel nord del paese.
13,6 le ore trascorse lontano dai compagni dagli studenti con disabilità non autonomi in nessuna attività nelle scuole secondarie di secondo grado del nord.
Seguono le scuole dell’infanzia del mezzogiorno (10,8 ore), quelle del centro (10,1) e le scuole secondarie di primo grado del nord (9,6).
La disponibilità di postazioni informatiche adattate
Abbiamo appena visto che la condivisione del tempo e delle attività con i compagni è fondamentale per gli alunni con disabilità. Questo sia per garantire lo sviluppo delle loro abilità relazionali ma anche per limitare il rischio di abbandono. Da questo punto di vista, una delle misure assolutamente da considerare è la messa a disposizione di postazioni informatiche adattate. Strumenti che possono rendere più semplice il percorso didattico e favorire l’acquisizione di competenze sempre più richieste in cui le tecnologie sono sempre più centrali.
I dati Istat riferiti all’anno scolastico 2023/24 mostrano che il 75% delle scuole primarie e secondarie dispone di postazioni informatiche adattate per alunni con disabilità. Le percentuali più elevate si registrano in Emilia-Romagna (85%) e nella provincia autonoma di Trento (83%), seguite da Umbria e Toscana (79%) e da Piemonte, Lombardia e Sicilia (77%). La provincia autonoma di Bolzano presenta invece il valore più basso, con appena il 45% degli istituti dotati.
Tra le scuole già fornite però, il 39% giudica la dotazione insufficiente. Mentre tra quelle prive di postazioni, il 66% dichiara di averne bisogno. Nel complesso, la domanda insoddisfatta per carenza o assenza di postazioni informatiche riguarda il 46% delle scuole. Una criticità che si accentua nel mezzogiorno, dove riguarda oltre la metà degli istituti.
46% la quota di istituti con una domanda insoddisfatta di postazioni informatiche adattate per gli studenti con disabilità.
Il modo più efficace per utilizzare le potenzialità offerte dagli strumenti informatici è quello di collocarli in classe o in laboratori condivisi. Al contrario, la loro sistemazione in aule di sostegno rischia di ostacolare la didattica inclusiva, riducendo le opportunità di relazione e apprendimento cooperativo.
Dotare gli alunni con disabilità di postazioni informatiche adattate non è sufficiente: è necessario anche garantire la cooperazione coi coetanei.
Da questo punto di vista, il 49% delle scuole colloca le postazioni direttamente in classe (una quota in crescita rispetto al 37% fatto registrare nell’anno scolastico 2019-2020), con un picco nel centro Italia e in particolare in Umbria (61%). Il 54,3% le utilizza in laboratori esterni, mentre il 42,6% le colloca in aule di sostegno (la somma delle percentuali è diversa da 100 perché ciascuna scuola può avere postazioni in più ambienti). Va però evidenziato che il 19% degli istituti utilizza queste tecnologie esclusivamente nelle aule di sostegno, dove l’attività didattica avviene solo con l’insegnante dedicato, limitando di fatto l’inclusione.
La disponibilità di postazioni informatiche adattate a livello territoriale
I dati più recenti disponibili sulle postazioni informatiche adattate si fermano al livello regionale. Per analisi territoriali più dettagliate è necessario fare riferimento ai dati rilasciati da Istat per l’anno 2022. Questi riguardano la percentuale di scuole frequentate da alunni con disabilità che, a livello provinciale, dichiarano di disporre di postazioni informatiche adattate. Sebbene questi dati non forniscano informazioni sulla collocazione o sull’adeguatezza delle dotazioni, rappresentano un utile indicatore per individuare i territori più critici.
A livello complessivo, possiamo osservare che in nessuna provincia si registra un livello di copertura del 100%. In 60 casi poi la percentuale risulta inferiore al dato medio nazionale (60,5%).
In 6 province la copertura di postazioni informatiche adattate è inferiore al 50%
Scuole con alunni con disabilità per presenza di postazioni informatiche adattate, provincia per provincia (2022)
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat
(consultati: venerdì 10 Ottobre 2025)
È la provincia molisana di Isernia a riportare il livello di copertura più alto (82,8%), seguita da Asti (77,4%) e Ravenna (75,7%). Le percentuali più basse si registrano invece a Bolzano (41,2%), Oristano (47,5%) e Sassari (49,2%). Da notare che ci sono altre 3 province con un livello di copertura inferiore al 50%. Si tratta di Brindisi (49,8%), Campobasso (49,7%) e Novara (49,3%).
L’articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it, con i dati regione per regione.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

