I divari nord-sud negli spazi verdi per gioco e tempo libero
Tag: DirittiSport e gioco
La presenza di verde pubblico è un fattore cruciale per i diritti dei minori.
Restano tuttavia ampie differenze nella disponibilità del verde per i minori nelle città italiane.
20,88% il verde incolto nei capoluoghi del sud.
Gorizia, Pordenone e Monza sono i capoluoghi con la maggiore offerta di verde attrezzato, storico e di grandi parchi rispetto ai minori residenti.
Reggio Calabria e Como sono quelli con più metri quadri di verde incolto per minore.
La presenza di verde pubblico non è un elemento secondario per la condizione dei minori.
Come ogni anno, il prossimo 20 novembre verrà celebrata la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Uno degli aspetti tutelati dalla convenzione Onu è il diritto al gioco e a godere del tempo libero con attività proprie dell’età di ciascun bambino.
“Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”. – Convenzione sui diritti dell’infanzia, art. 31
Nell’attuazione di tale prerogativa, il verde pubblico rappresenta un fattore cruciale. Se mancano giardinetti di quartiere, campi sportivi all’aperto, parchi e altri spazi verdi, è la stessa tutela del diritto che rischia di essere indebolita.
Il diritto a spazi per il gioco e il tempo libero
Nel documento di analisi “The necessity of urban green space for children’s optimal development” redatto per Unicef, viene puntualizzata proprio la relazione tra offerta di aree verdi in aree urbane e i diritti del minore.
Una relazione che non riguarda solo il diritto al gioco e al tempo libero: coinvolge molte previsioni per attuare la convenzione Onu.
È il documento di Unicef ad individuare alcune previsioni pregnanti. Oltre al diritto al gioco e al tempo libero, è da segnalare quello di associazione: gli spazi verdi pubblici rappresentano infatti un insostituibile luogo di incontro aperto a tutti.
11 gli articoli della convenzione Onu per la cui garanzia è essenziale la diffusione di spazi verdi.
Anche il diritto all’educazione è direttamente connesso alla presenza di verde pubblico. L’apprendimento all’aperto può infatti accrescere passione ed entusiasmo degli studenti, oltre a educare al rispetto verso la natura e l’ambiente.
Vi sono poi numerose altre previsioni che attengono allo sviluppo sociale, relazionale e fisico del minore, nonché alla sua salute.
L’impatto delle aree verdi sullo sviluppo di bambini e ragazzi
I benefici del resto sono numerosi e variano in base all’età del minore. Nei primi anni di vita del bambino, diversi studi citati dai ricercatori Unicef hanno segnalato una correlazione tra l’accesso a spazi verdi e un miglioramento della coordinazione motoria, una migliore qualità del sonno, minori rischi per la salute psicofisica.
Successivamente, tra 7 e 11 anni, accanto a un miglioramento nello stato di salute, si rilevano anche migliori performance negli studi. Tendenze che emergono anche in diversi studi centrati sull’adolescenza.
“Each child, no matter where they live in the city, should be in easy walking distance from a safe and welcoming public green space. [Trad. it.: Ogni bambino, indipendentemente da dove vive in città, dovrebbe poter raggiungere facilmente a piedi uno spazio verde pubblico sicuro e accogliente.]” – Unicef, The necessity of urban green space for children’s optimal development
Per questi motivi, a nessun bambino dovrebbe precluso l’accesso ad aree verdi. Un diritto che però la carenza di questi spazi nelle città può minare alla radice.
Questa criticità è stata individuata anche per l’Italia dal gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel suo 12° rapporto viene indicato come la carenza di verde pubblico sia il secondo problema nella relazione tra ambiente e salute infantile, subito dopo l’impatto dell’inquinamento atmosferico.
“Un secondo problema è rappresentato dalla scarsità di spazi verdi cittadini usufruibili dai ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico”. – Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2022)
Motivi che portano a considerare la presenza di aree verdi sul territorio nazionale un elemento imprescindibile delle politiche per la tutela dell’infanzia.
I divari nord-sud nell’estensione del verde pubblico
Attraverso l’analisi dei dati rilasciati annualmente da Istat e Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è possibile ricostruire consistenza e composizione del verde urbano delle città.
Nei capoluoghi italiani sono complessivamente oltre 550 milioni i metri quadri di verde urbano nel 2020. In rapporto ai circa 2,7 milioni di minori residenti in queste stesse città, parliamo di 203 metri quadri per ciascun bambino o ragazzo residente.
Un dato medio fortemente variabile tra le aree del paese: nel nord-est i metri quadri per minore sono circa 420, mentre tutti gli altri territori scendono al di sotto di questa media.
Minore dotazione di verde urbano per minore nei capoluoghi di sud e isole
Metri quadrati di verde urbano per minore residente nei capoluoghi italiani (2020)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: lunedì 20 Dicembre 2021)
Sono 177 nelle città del centro Italia, 171 in quelle del nord-ovest. La quota scende sotto 130 mq per minore nel sud (129) e nelle isole (123).
Aree verdi rivolte ai minori meno presenti nel Mezzogiorno
A cambiare del resto è anche la stessa composizione del verde urbano. Questo infatti non è un insieme indistinto. Comprende innanzitutto i grandi parchi, il verde attrezzato di quartiere, quello storico vincolato, come nel caso di ville, giardini e parchi di interesse storico.
Vi sono incluse anche altre aree verdi direttamente destinate a bambini e ragazzi, come i giardini scolastici o le aree sportive all'aperto.
Nei capoluoghi del sud quasi il 21% del verde urbano è verde incolto
Composizione percentuale del verde urbano nei capoluoghi italiani, per area geografica (2020)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: lunedì 20 Dicembre 2021)
Tuttavia, non tutto il verde urbano è rivolto a questa funzione, pensiamo a quello con finalità estetiche e di arredo urbano (ad esempio quello presente nelle rotatorie). Oppure alle aree urbane lasciate incolte. Parliamo di porzioni di territorio con vegetazione spontanea, per cui non sono previste manutenzioni programmate o controlli.
7,45% del verde urbano nelle città italiane è incolto.
Il verde incolto è presente soprattutto nei capoluoghi del mezzogiorno. Nelle città delle isole, lo è oltre il 16% del verde urbano, in quelle del sud la quota supera il 20%. In quest'area del paese, una minore dotazione di verde si accompagna a una maggiore incidenza di quello incolto sul totale. Tipologia che è invece molto più contenuta nel centro-nord (dove rappresenta circa il 4-5% circa).
Nel nord-ovest e nel centro Italia le 3 principali categorie fruibili dai minori (verde storico, parchi urbani e verde attrezzato) rappresentano circa la metà del verde urbano presente, mentre nel resto del paese sono circa il 30-35% del totale.
L’attuale offerta di verde pubblico nelle città italiane
Si tratta di dati che - a loro volta - variano profondamente tra i singoli capoluoghi. Se si sommano le categorie principali (verde storico, verde attrezzato e grandi parchi) l'estensione maggiore si registra in 3 città dell'Italia settentrionale. Si tratta di Gorizia, Pordenone e Monza, con oltre 300 mq per minore residente. Seguono Oristano (237,12 mq per residente con meno di 18 anni) e Sondrio (210,50).
Aree verdi e aree sportive all’aperto meno diffuse nelle città meridionali
Aree di verde attrezzato, verde storico e parchi nei capoluoghi italiani, in metri quadrati per minori residenti (2020)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: lunedì 20 Dicembre 2021)
I capoluoghi con la minore offerta di verde attrezzato, storico e di grandi parchi rispetto ai minori residenti sono Trapani, Isernia, Crotone, Barletta, Andria e Campobasso. In questi territori il dato non raggiunge i 20 metri quadri per minore. In generale, si osserva una spaccatura piuttosto netta tra le città del nord e quelle del sud, in termini di disponibilità del verde pubblico per bambini e ragazzi. Escludendo Matera, Oristano e l’Aquila, i primi 20 capoluoghi italiani per verde attrezzato, storico e parchi per minore si trovano nel centro-nord.
Un divario che emerge anche rispetto alla disponibilità di aree sportive all'aperto. Queste superano i 40 mq per minore a Ferrara, Oristano, Pordenone, Rovigo, Ravenna e Piacenza. A fronte di una media nazionale di 8,7 metri quadrati di aree sportive per minore nei capoluoghi italiani, le città del nord-est raggiungono il dato più elevato: 20,4 mq per residente con meno di 18 anni. Mentre le città meridionali si fermano a circa 5 metri quadri di aree sportive all'aperto per minore.
4,9 mq per minore di aree sportive all'aperto nelle città del sud continentale (contro una media nazionale di 8,7).
Tra i capoluoghi, Reggio Calabria e Como sono quelli con più metri quadri di verde incolto per minore, con rispettivamente 256,26 e 203,36 metri quadri per residente 0-17 anni. In queste 2 città circa il 70% del verde urbano è classificato come incolto, in base ai dati 2020. Seguono, con dati compresi tra i 100 e i 200 mq per minore, Trieste, Cagliari, Perugia, Grosseto e Pescara.
Reggio Calabria è il capoluogo con più verde incolto per minore
Verde incolto nei capoluoghi italiani, in metri quadrati per minori residenti (2020)
DA SAPERE
In base al glossario Istat per verde incolto si intendono “aree verdi in ambito urbanizzato di qualsiasi dimensione non soggette a coltivazioni o altre attività agricola ricorrente o a sistemazione agrarie, per le quali la vegetazione spontanea non sia soggetta a manutenzioni programmate e controllo”.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: lunedì 20 Dicembre 2021)
SI tratta di elementi che indicano anche una potenzialità da non trascurare, nella prospettiva di incrementare gli spazi verdi a disposizione di bambini e ragazzi nelle città. Rendendoli effettivamente fruibili per i minori e le famiglie, anche attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. Una prospettiva caldeggiata dalle stesse raccomandazioni rivolte da Unicef ai vari livelli decisionali.
Le raccomandazioni per istituzioni nazionali e comunità locali
A fronte dei dati appena visti, appare cruciale la capacità - nei prossimi anni - di riqualificare aree cittadine per consentire una diffusione più capillare di parchi e aree verdi.
In questo senso, il documento Unicef propone diverse raccomandazioni, declinabili tanto a livello nazionale che locale.
Ai governi viene raccomandato di stabilire degli standard minimi di sicurezza e accessibilità degli spazi verdi urbani. Integrando tali previsioni all'interno delle politiche nazionali e monitorandole con un apposito organismo tecnico, formato a livello ministeriale o interministeriale, che presieda anche all'allocazione delle risorse.
Migliorare l'accesso al verde urbano per i minori richiede politiche nazionali e locali.
Gli enti locali dovrebbero includere il punto di vista dei minori nelle regolamentazioni sull'uso del territorio e nelle pianificazioni urbanistiche. In parallelo, è essenziale lavorare - in consultazione con le comunità locali, compresi i minori - per individuare, mappare e ridisegnare gli spazi pubblici esistenti, in modo da renderli più verdi e sicuri. Supportando i gruppi territoriali che si occupano di mantenere tali spazi nel tempo.
L'articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.