Famiglie senza internet: al Centro-Sud spesso il motivo è il costo
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La connettività non è solo una questione infrastrutturale: la quota di famiglie con internet veloce è inferiore alle potenzialità della rete. Per una digitalizzazione inclusiva, l’estensione della rete deve andare di pari passo con la lotta agli ostacoli economici che limitano l’accesso per bambini e famiglie. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
La prospettiva che l’Unione europea si è data per i prossimi anni è quella di diventare una gigabit society. Una società connessa con reti sempre più veloci, che offra a tutti maggiori possibilità di comunicare, lavorare, scambiare idee e informazioni, studiare.
Questa strategia, nelle intenzioni con cui è stata formulata, mette al centro bambini e ragazzi. Ad esempio, partendo dai luoghi dove si formano: entro il 2025, tra i vari obiettivi, tutte le scuole europee dovranno essere connesse ad almeno 1 gigabit al secondo. Una velocità che significa, potenzialmente, scaricare in pochi minuti un file da 50 GB. E quindi anche trasmettere informazioni in entrata e in uscita in tempi brevissimi.
Si tratta di una sfida prima di tutto infrastrutturale, perché richiede di estendere la velocità della connessione sul territorio nazionale, anche nelle aree che oggi sono meno raggiunte, come quelle interne.
In Italia, l’86,4% delle famiglie nei comuni polo è raggiunta dalla rete fissa di banda larga veloce. Nei comuni periferici, solo il 39,3%.
L’ostacolo, però, purtroppo non è solo quello di natura infrastrutturale. È anche quello della effettiva possibilità di accesso alla rete veloce.
l’Agcom ha messo a confronto la percentuale di famiglie potenzialmente raggiunte dalla banda larga veloce con quella di famiglie che effettivamente possiedono una connessione domestica a 30 Mbps.
Un gap che entro certi limiti è perfettamente nella norma, e che non è automatico dipenda da un disagio economico. Potrebbe riflettere preferenze individuali, disinteresse verso lo strumento (specie per famiglie composte da anziani) o anche semplicemente la non necessità di una connessione veloce.
Ciò premesso, deve comunque allarmare che questo divario raggiunga la massima ampiezza in regioni del mezzogiorno come Calabria e Sicilia. Ovvero la seconda e terza regione per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale.
L’Italia è quartultima in Ue per l’accesso a internet delle famiglie con figli. Il 58% delle famiglie con figli che non hanno internet a casa, ovvero circa il 2% di tutte le famiglie con figli in Italia, indica come motivo il costo. Nelle regioni del centro-sud, gli ostacoli legati al costo vengono segnalati con più frequenza. Questa quota nel corso degli anni è diminuita, ma resta ancora al di sopra della media Ue. Un elemento su cui intervenire, perché costituisce una discriminazione basata sulla condizione economica e sociale dei genitori.
I motivi dell’assenza di internet legati al costo, regione per regione
Percentuale di famiglie senza internet da casa che indicano come motivo il costo (2019)
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con ulteriori grafici e mappe che analizzano i dati a livello comunale.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.
Il report completo è disponibile in pdf: