Edilizia scolastica: solo una scuola su 10 è stata costruita dopo il 1997
Tag: Edilizia scolastica
- Oltre la metà degli edifici scolastici attivi è stata costruita tra il 1950 e il 1992.
- Dagli anni ’90 sono state introdotte delle innovazioni nell’edilizia scolastica, dalla normativa antincendio a quella sulle barriere architettoniche.
- 10,5% edifici scolastici costruiti dopo il 1997 in Italia.
- I comuni hinterland sono quelli con più scuole costruite dopo il 1997 (12,1%).
- Nei comuni polo la quota scende al 7,3%.
L’edilizia scolastica rappresenta una vera e propria cartina al tornasole del sistema educativo, perché la qualità del patrimonio scolastico è direttamente connessa con quella dell’esperienza educativa. Una scuola moderna, con aule, attrezzature e laboratori adeguati, potrà garantire anche un’offerta didattica più rispondente alle esigenze di alunni e insegnanti.
Inoltre, l’investimento su scuole nuove, sicure e dotate di servizi è di fatto un indicatore della priorità assegnata del decisore – a tutti i livelli – all’istruzione. Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato, nei prossimi anni il settore sarà coinvolto in una serie di investimenti, anche legati al Pnrr.
1 su 10 edifici scolastici costruiti dopo il 1997 in Italia.
Ma qual è lo stato attuale dell’edilizia scolastica nel paese? E a quando risalgono le infrastrutture in cui studiano e lavorano quotidianamente milioni di studenti e insegnanti? Attraverso i dati del ministero dell’istruzione abbiamo approfondito l’età di costruzione delle scuole nell’anno scolastico 2022/23.
Storia e normativa sull’edilizia scolastica in Italia
I dataset pubblicati dal ministero consentono di ricostruire il periodo storico degli edifici e, in molti casi, anche l’anno esatto di costruzione. Ci sono, tuttavia, livelli di completezza diversi: mentre l’informazione sul periodo di costruzione è disponibile per oltre l’80% dei 40mila edifici statali attivi, quella sull’anno esatto è reperibile per il 73% degli stessi.
Incrociando le due informazioni, comunque, emerge come oltre la metà dell’edilizia scolastica attualmente utilizzata sia stata costruita tra il 1950 e il 1992, con un picco tra gli anni ’60 e ’70.
Oltre la metà degli edifici scolastici attivi è stata costruita tra il 1950 e il 1992
Numero di edifici scolastici attivi nell’a.s. 2022/23 per periodo di costruzione
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)
Molte scuole sono state costruite quindi nel contesto successivo al boom economico del dopoguerra. In un paese che – terminata la fase di ricostruzione – stava consolidando i processi di industrializzazione e urbanizzazione. In parallelo, diventava non rimandabile la questione di integrare nel sistema sociale, economico e politico ampi strati della popolazione italiana. Anche e soprattutto attraverso la leva dell’istruzione di massa, rendendo necessaria la predisposizione di luoghi adatti a questa funzione.
“Dal 1958 al 1983 si sviluppa la grande stagione dell’edilizia scolastica italiana, con oltre 800 nuovi edifici all’anno” – Fondazione Agnelli, Rapporto sull’edilizia scolastica (2019)
Gli anni ’70, all’apice di questo percorso, rappresentano dunque un passaggio cruciale per l’edilizia scolastica. Anche in termini normativi: con l’approvazione del decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 vengono stabilite le norme tecniche da seguire nell’esecuzione delle infrastrutture scolastiche.
Le innovazioni introdotte dagli anni ’90
Anche gli anni ’90 hanno rappresentato un passaggio importante per l’edilizia scolastica italiana. È infatti del 1996 l’entrata in vigore della legge 23, contenente le disposizioni generali sulla materia. Questa ha stabilito la competenza comunale sull’edilizia delle scuole d’infanzia, elementari e medie e quella provinciale delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado.
Gli anni ’90 sono un importante spartiacque nella normativa sull’edilizia scolastica.
In quegli stessi anni si registrano anche altri cambiamenti di rilievo per quanto riguarda le infrastrutture scolastiche: dal superamento delle barriere architettoniche (Dm 236/1989 e Dpr 503/1996), alle norme antincendio (Dm 26 agosto 1992).
Da allora vi sono state altre importanti disposizioni, come le nuove linee guida del Miur per progettare l’edilizia scolastica (2013) e le innovazioni sulla normativa antincendio tra 2017 e 2018. Ultimo in ordine di tempo, il documento redatto nel 2022 dagli esperti di nomina ministeriale per “progettare, costruire e abitare le scuole del futuro”, in vista delle progettazioni delle nuove scuole per il Pnrr.
L’edilizia scolastica costruita nell’ultimo quarto di secolo
L’ampiezza delle disposizioni introdotte nel corso degli anni ’90 rende cruciale capire quanti edifici scolastici in Italia siano stati costruiti dall’ultimo quarto di secolo a oggi. E nello specifico, quanti sono ancora più recenti, costruiti dal 2018 in poi.
Un edificio già esistente può infatti essere riadattato, ma è comunque interessante valutare quanti siano stati costruiti ex novo, adottando fin dalla costruzione le nuove normative e linee guida. E, possibilmente, seguendo un approccio urbanistico ed edilizio rispondente a una didattica in evoluzione.
L’edilizia più recente nelle regioni colpite da eventi sismici.
Su 40mila edifici scolastici attivi, quelli fabbricati dopo il 2018 rappresentano una quota residuale, inferiore all’1% (0,8%). Con una variabilità territoriale che oscilla tra il 4,2% della Valle d’Aosta e lo 0,1% della Sardegna. Tra questi due estremi, l’edilizia scolastica più recente si registra anche nelle Marche (2,7%), in Molise (2,4%), in Umbria (2%), in Basilicata (1,4%) e Abruzzo (1,3%). Territori quindi in diversi casi colpiti da eventi sismici negli ultimi trent’anni. Superano l’1% anche Toscana e Veneto (entrambe al 1,1%), mentre è appena sotto questa soglia la Calabria (0,99%).
Se si estende il periodo di analisi all’ultimo trentennio, circa un decimo dell’edilizia scolastica risulta costruita dopo il 1997.
10,5% gli edifici scolastici costruiti dopo il 1997 in Italia.
Anche in questo caso è ampia la variabilità territoriale. Tra le regioni, la quota maggiore di edilizia scolastica post-1997 si registra in Molise, dove oltre un quarto degli edifici scolastici è stato costruito dopo quella data (28,4%). Seguono Marche (16,6%), Emilia-Romagna (15,7%), Valle d’Aosta (14,1%), Umbria (13,7%), Basilicata (13,4%) e Abruzzo (12,4%). Mentre la quota più bassa si rileva in Liguria (6,2% di edifici costruiti dal 1997), oltre a Sardegna, Lazio, Puglia, Campania e Sicilia (tutte con valori compresi tra il 7 e il 9%).
L’età delle scuole sul territorio
Scendendo a livello locale, un primo elemento che emerge è che l’edilizia scolastica è mediamente più recente nei comuni di cintura, gli hinterland delle città maggiori, rispetto ai capoluoghi.
Il 12,1% degli edifici scolastici statali nei comuni cintura è stato costruito negli ultimi 25 anni. Aree del paese che – rappresentando la prima periferia delle città maggiori – vedono una maggiore presenza di famiglie con figli, anche per l’impatto dei valori immobiliari.
Quanti anni hanno gli edifici scolastici in Italia, comune per comune
Percentuale di edifici scolastici statali attivi costruiti dal 1997 (a.s. 2022/23)
DA SAPERE
Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige. I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico.
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)
Nei comuni polo, le città baricentriche in termini di servizi, la quota di scuole fabbricate dopo il 1997 scende al 7,3%. Mentre si attestano su valori superiori alla media nazionale le aree interne: 11,9% nei comuni intermedi, 11,4% in quelli periferici, 10,6% in quelli ultraperiferici.
Si registrano differenze anche tra i capoluoghi. All’Aquila la quota raggiunge il 41,4%, un dato su cui però incidono i Musp (moduli a uso scolastico provvisori), i moduli prefabbricati installati dopo il sisma per sostituire le scuole danneggiate o distrutte dal terremoto del 6 aprile 2009. La presenza nel dataset anche di questo tipo di strutture è verificabile osservando anche le schede dei singoli edifici su Scuola in Chiaro.
Gli altri capoluoghi con più edilizia scolastica successiva al 1997 sono Siracusa (27,1%), Crotone (25,9%), Campobasso (24,4%), Isernia (23,8%) e Rimini (20%). Mentre sono 14 i capoluoghi che non raggiungono la quota del 2%. In questo computo rientrano le città di Varese, Rovigo, La Spezia, Pisa, Genova, Como, Pavia, Treviso, Trieste, Imperia, Savona, Chieti, Trani e Nuoro.
L’articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.