Asili nido, non tutto il centro-nord è servito allo stesso modo
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Le regioni centro-settentrionali sono in cima alla classifica per offerta di asili nido. Ciò non significa però che il servizio sia distribuito in modo capillare sul territorio. In particolare, analizzando il caso del Piemonte, si è ricostruito quanto possono incidere le differenze interne a una stessa regione. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
Nell’offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia, l’Italia è divisa in due in modo piuttosto netto. Le regioni del mezzogiorno si trovano quasi tutte al fondo della classifica. In 3 di queste (Sicilia, Calabria, Campania) il numero di posti disponibili non raggiunge il 10% dei minori residenti.
Quelle del centro-nord offrono più posti della media nazionale, con quote che vanno dai 27 ai 45 posti ogni 100 bambini con meno di 2 anni. Una differenza profonda, che si va ad aggiungere alle altre già esistenti tra nord e sud del paese.
Le medie nascondono le differenze locali
Se il dato medio di una regione è alto non significa che il servizio sia necessariamente capillare, e che tutti i territori di quella regione siano serviti allo stesso modo. Quindi è fuorviante limitarsi a questo tipo di informazione. Le disomogeneità interne a una stessa regione possono essere di vari tipi. Ad esempio tra province, con alcune più servite di altre. Ulteriori differenze possono emergere in base al tipo di comune: la copertura è generalmente più alta nei capoluoghi, che costituiscono il baricentro dei servizi sul territorio, mentre è più bassa nelle aree interne o montane.
Ciò è dovuto al fatto che questi ultimi sono territori generalmente con minore densità abitativa e dove vivono meno bambini. Quindi è anche più difficile organizzare il servizio a costi ragionevoli.
In questa analisi, il Piemonte si colloca in posizione intermedia tra le regioni, in termini di offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia. La copertura regionale del 27,3% lo pone quasi esattamente a metà classifica: più servito delle regioni meridionali, ma meno di quasi tutte le altre del centro-nord.
Un dato che nel contesto italiano non è negativo, infatti supera di oltre 3 punti la media nazionale. Allo stesso tempo, è emerso come in questa regione il gap tra le diverse province sia il più ampio.
Nei comuni piemontesi che si trovano in pianura, ci sono in media 28 posti ogni 100 bimbi residenti. Quota che scende a circa 25 posti in quelli collinari e a 22 posti nei territori montani.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con grafici e mappe che affrontano la situazione a livello regionale e provinciale.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.