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Al Sud meno donne diplomate o laureate

Tag: DirittiIstruzione

La quota di donne diplomate o laureate è in aumento costante, ha anche superato la rispettiva percentuale per gli uomini. Ma questa crescita ha avuto un andamento molto differenziato tra le regioni italiane. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.

Il divario di genere nell’istruzione si è progressivamente ridotto nell’arco dei decenni. Fino a cambiare segno: oggi le donne tendono ad essere più scolarizzate degli uomini. È infatti meno probabile che abbandonino precocemente gli studi e che ripetano l’anno scolastico. Inoltre raggiungono più spesso della media un’istruzione di livello terziario, universitario o superiore. Nonostante ciò, i dati sul mercato del lavoro continuano a mostrare che le maggiori competenze acquisite spesso non si traducono in maggiori tassi di occupazione né in redditi più alti.

Le ragioni di questa tendenza possono essere principalmente due. Da un lato, incide il fatto che le attività di cura familiare – specie in assenza di servizi come gli asili nido – gravano ancora soprattutto sulle donne. Ciò può comportare interruzioni e rallentamenti nel percorso lavorativo, con effetti sperequativi tra donne e uomini.

Ma la causa spesso risiede anche in una disparità educativa. I rapporti Education at a glance indicano come sia ancora bassa la percentuale di donne sul totale dei laureati nelle tecnologie dell’informazione e in ingegneria. Una tendenza che esiste in tutti i paesi Ocse, e vale in particolare per l’Italia. Ciò genera disparità nei percorsi di carriera successivi: si tratta infatti di discipline che nel mercato del lavoro attuale sono maggiormente richieste ed offrono maggiore stabilità lavorativa e redditi medi più alti.

Queste disparità possano avere origine, oltre che nelle scelte personali, anche in stereotipi di genere, che possono finire con l’incoraggiare o meno certi percorsi di studio.

Le differenze di genere nell’istruzione, come in altri campi, spesso emergono durante l’adolescenza. Ad esempio con l’aumento del gap maschi-femmine sull’acquisizione delle competenze, con le ragazze che consolidano il vantaggio su quelle alfabetiche a discapito di quelle numeriche. La conseguenza è che attualmente una bambina ha meno probabilità di un coetaneo maschio essere occupata da adulta e avrà più probabilmente una retribuzione media più bassa.

La quota di donne diplomate o laureate è in aumento costante, ma questa crescita ha avuto un andamento molto differenziato tra le diverse aree del Paese. Tra 2004 e 2017 la percentuale di donne con diploma o laurea è cresciuta di 16 punti al nord, di 15,4 nel centro, mentre al sud si registra una crescita più contenuta (+11,5 punti).

Nell’arco del periodo considerato, gli aumenti maggiori si sono registrati in Toscana, passata dal 49,3% di donne diplomate al 68,7% (+19,4 punti 6 percentuali). A seguire le tre regioni del Triveneto (Veneto +19,2 punti; Friuli Venezia Giulia +19; Trentino Alto Adige +17,8). Da notare la crescita di 16 punti di una regione del sud, la Basilicata, passata dal 46,2% del 2004 al 62,2% del 2017.

Ma le maggiori regioni meridionali in realtà registrano gli incrementi più contenuti. Il 50,2% delle donne pugliesi ha il diploma o la laurea, la quota più bassa tra le regioni italiane.

donne laureate-al-sud

Le regioni con meno diplomate sono anche quelle con la minore occupazione femminile.

Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con ulteriori grafici e mappe che analizzano i dati a livello regionale e comunale.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

Il report completo è disponibile in formato pdf

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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