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Il tempo della non scuola

Sono più di un milione i bambini e gli adolescenti che, come certifica l’Istat, oggi in Italia sono in condizioni di povertà assoluta, senza l’indispensabile per una vita dignitosa. Il loro numero è triplicato dall’inizio della crisi. D’estate, con la chiusura delle scuole, la distanza tra questi bambini e i loro coetanei tende ad ampliarsi. Le vacanze fuori di casa, così come la frequentazione di centri e soggiorni estivi, per moltissime famiglie sono un lusso non più alla portata.

Nelle periferie delle grandi città, a Nord come al Sud, Save the Children in collaborazione con associazioni locali, ha aperto i “Punti Luce“, centri socio educativi per i bambini e gli adolescenti. Qui incontriamo ogni giorno ragazzi e ragazze che crescono senza aver mai messo il naso fuori dalla loro città e, addirittura, dal loro quartiere (“Il mio quartiere è un circuito chiuso”, nelle parole di uno di loro).

Nel periodo estivo i bambini e i ragazzi dei territori più svantaggiati rischiano una forte caduta nell’apprendimento. Con il termine summer learning loss gli studi internazionali identificano questo fenomeno che cancella l’estate i progressi in matematica e in lettura faticosamente conquistati durante l’anno scolastico.

E accresce le diseguaglianze educative tra i minori in base alle condizioni socio-economiche delle loro famiglie. Cosa fare per evitare tutto questo in un paese in cui l’ascensore sociale è bloccato e le condizioni familiari di partenza pesano come un macigno sull’apprendimento, il successo scolastico e le aspirazioni per il futuro? In un’Italia dove, rispetto al resto d’Europa, i giorni scolastici sono più concentrati e la pausa scolastica estiva è dunque la più lunga?

È necessario prestare più attenzione al tempo della non scuola, senza lasciare da sole le famiglie ad arrovellarsi nella ricerca di soluzioni, e garantire a ogni bambino e bambina un tempo estivo ricco di gioco, di riposo, di movimento, di opportunità e di scoperte. L’apertura delle strutture scolastiche durante l’estate – la cui importanza è stata recentemente sottolineata da Chiara Saraceno – come presidio educativo, con attività di musica, di sport, di gioco, può rappresentare una grande risorsa, oggi poco sfruttata.

Tra le 4.633 scuole che hanno partecipato al bando “La scuola al Centro“, finanziato con oltre 187milioni di euro, solo il 10% ha proposto progetti che prevedono l’apertura della scuola d’estate. Allo stesso tempo, i Comuni dovrebbero prestare maggiore attenzione, nella programmazione estiva, alla presenza dei bambini e dei ragazzi, assicurando occasioni culturali, ricreative e sportive, da fruire in modo gratuito o con costi accessibili e agevolati per le famiglie in difficoltà.

Non è impossibile rendere le vacanze di ogni bambino memorabili, anche se trascorse vicino casa e senza un budget da poter investire. Una delle dimensioni meno visibili e più drammatiche della povertà minorile è quella che chiamiamo “povertà educativa”, ovvero la privazione, per i bambini, dell’opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire talenti, capacità e aspirazioni.

Il tempo delle vacanze è un tempo prezioso per combattere la povertà educativa: a tutti noi la responsabilità di farlo.

(Questo post è stato scritto da Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa Save the Children)

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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