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Minori, oltre la metà non legge mai e il 15% abbandona gli studi

Oltre la metà non legge mai e il 15% abbandona gli studi II direttore Neri: «Assorbono le abitudini familiari» di Lorenza Cerbini Sono un milione e 100 mila i minori che oggi in Italia vivono in povertà assoluta e due milioni quelli in povertà relativa. Una situazione ancora più allarmante se vi si affianca una povertà meno tangibile e molto difficile da combattere, quella educativa. Teatri, musei, siti archeologici sono sconosciuti. Nel 2016, il 10% dei giovani tra i 6 e i 17 anni non vi ha messo piede neppure una volta. Oltre il 50% non ha letto neppure un libro (picco del 72% in Sicilia). L’allarme lo lancia Save the Children in un rapporto presentato in occasione della quarta edizione della campagna «Illuminiamo il futuro». La povertà educativa si riflette sulle competenze cognitive dei minorenni: il 23% dei quindicenni non raggiunge le capacità minime in matematica e il 21% in lettura. Dati che posizionano l’Italia al 23esimo posto dei paesi Ocse. Ð À5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, poi, non consegue il diploma superiore o abbandona la scuola. Fanno peggio Spagna (20%) e Romania (19%). «Il nostro è un Paese in cui non sono le pari opportunità a determinare i percorsi educativi e di vita dei minori, ma lo svantaggio ereditato dalle famiglie. La povertà economica ed educativa dei genitori viene trasmessa ai figli. È un circolo vizioso che va spezzato», dichiara Valerio Neri, direttore generale dell’Organizzazione fondata nel 1919. Save the Children ha individuato gli anelli deboli della catena e attraverso una petizione (da sottoscrivere sul sito www.illuminiamoilfuturo.it) chiede asili nido, mense scolastiche e l’attuazione immediata del piano di contrasto alla povertà. «Il governo ha stanziato 100 milioni annui per tré anni per contrastare la povertà educativa che è diversa da quella economica. Questo farebbe crescere migliaia di minori che rischiano di rimanere fuori dal tessuto economico. A Milano, come a Torino, ci sono periferie che nulla hanno da invidiare a Palermo o Napoli. Il pericolo è di trovarsi, nel prossimo futuro, una società spezzata tra chi ce l’ha fatta e chi no. Chiediamo asili nido, perché è sin dalla prima infanzia che si sviluppano le capacità cognitive. Tempo pieno, assente nell’85% delle scuole secondarie, per togliere i minori dalla strada. Mense». La campagna «Illuminiamo il futuro» è già partita, promossa fino al 9 aprile con 700 iniziative alle quali hanno aderito tantissime realtà locali. Ð Teatro Massimo di Palermo ad esempio, accoglierà i ragazzi dei quartieri Zisa e Zen; assisteranno alla prova del balletto «Trittico Contemporaneo». Il Maxxi di Roma terrà un laboratorio per i minori migranti sulla fotografa Letizia Battaglia. «La situazione italiana è talmente di degrado che da anni destiniamo io milioni del nostro budget a iniziative sul territorio», quantifica Neri. In pratica, Save the Children ha dato vita a 21 Punti luce. Spazi ad «alta densità educativa» attivi in 12 regioni. L’ultimo ad essere inaugurato (il 3 aprile) quello di San Luca, in Calabria. Insieme Uno dei Punti Luce di Save The Children (foto: Patruno) «E un lavoro ad ampio spettro sulla Locride, nei comuni di San Luca, Piatì e Brancaleone. Bambini e ragazzi potranno partecipare gratis a tante attività», spiega Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa. E aggiunge: «La Calabria è tra le regioni dove i bambini sono più esposti alle conseguenze devastanti della povertà educativa. Quasi 8 su io non hanno la possibilità di svolgere attività culturali e ricreative». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Focus • Le ricadute La povertà educativa si riflette sulle competenze cognitive dei minorenni: il 23% dei quindicenni nel nostro Paese non raggiunge le capacità minime in matematica e ¡I 21% in lettura -tit_org- Oltre la metà non legge mai e il 15% abbandona gli studi. (fonte Corriere della Sera 3/4/2017)

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

Quanto incidono sull’accesso al lavoro le opportunità educative

Nel 2022 il tasso di occupazione di neodiplomati e neolaureati è aumentato, a conferma di quanto l’istruzione sia uno dei fattori che possono maggiormente influenzare le possibilità di accesso al lavoro. 74,6% laureati da uno a tre anni occupati nel 2022 (+7,1 punti rispetto al 2021). L’altro lato della medaglia è che chi ha abbandonato gli studi…

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